martedì 16 settembre 2008
Stanza delle domande (in) consuete 2
mercoledì 10 settembre 2008
Stanza delle domande (in)consuete
giovedì 4 settembre 2008
Stanza dei ricorsi storici
Solo la Germania nazista aveva leggi più intransigenti dell’Italia nei confronti degli ebrei. Ma fino al 1943 gli episodi di violenza contro gli ebrei rimasero fatti sporadici. Non fu seguita una politica che sulla scia di quella tedesca imponesse le stelle di David o il rogo dei libri ebrei.
Nel 1938 Pio XI ribadisce l’ostilità della Chiesa al razzismo e Mussolini confida ai suoi collaboratori delle preoccupazioni per le posizioni del pontefice. La Chiesa sostanzialmente si opponeva a un antisemitismo come quello tedesco (che tendeva a creare una religione pagana del razzismo) ma non si schierava contro una politica di discriminazione. Il risultato fu che la Santa Sede non protestò per l’emanazione delle leggi razziali.
- Borgo S. Dalmazzo, Cuneo: ebbe una vita breve ed era occupato soprattutto da ebrei francesi.
- Fossoli, Carpi: è il campo dal quale partì la metà degli ebrei deportati. Molti ebrei arrivarono a Fossoli dopo la chiusura del campo di Borgo S. Dalmazzo.
- Gries, Bolzano: qui furono trasferiti gli ebrei a causa dell’avvicinamento del fronte al campo di Fossoli. Rimase attivo fino alla fine dell’aprile 1945.
- Risiera di S. Saba, Trieste: fu attivo dall’autunno del 1943 fino all’aprile del 1945. Era l’unico campo italiano dotato di un forno crematorio nel quale furono uccise alcune migliaia di ebrei. Il campo ospitava in misura massiccia antifascisti, slavi e croati.
La maggior parte degli ebrei italiani raggiunse Auschwitz. Alcuni raggiunsero altri campi dopo l’inizio dell’evacuazione di quest’ultimo nel 1945. In Italia quindi non vi furono veri e propri campi di sterminio. Tuttavia si registrarono gravissimi eccidi: a Meina, a Pisa, alle Fosse Ardeatine (dove morirono 73 ebrei), ecc…Il numero totale delle vittime è di 6.291. Solo 837 deportati poterono salvarsi.
mercoledì 3 settembre 2008
Stanza delle vacanze (passate)
sabato 9 agosto 2008
Stanza delle nuove passioni
Che avessi una passione per il Giappone mi era noto da tempo. Non avevo però mai affrontato l'universo Manga, un po' per pigrizia, un po' perché mi conosco, e se mi appassiono a qualcosa devo arrivare fino in fondo e conoscerne ogni aspetto. Come direbbe Sarah, per questioni metafisiche io non ho cercato i Manga, però seppur indirettamente questi sono venuti da me. Colpa di MTV. Già, perché per puro caso, mi sono imbattuta in un "anime" (l'immagine è tratta da quell'anime), "Nana", che mi è molto piaciuto. Erano le tre del pomeriggio (ho acceso la tv mentre aspettavo che arrivassero i miei studenti delle ripetizioni estive) e su MTV ritrasmettevano questo anime di 47 puntate. Ne ho viste alcune e poi ho scaricato la serie completa. Che ci volete fare, quando mi appassiono lo sapete, non conosco le mezze misure: o è passione totale, dionisiaca fino all'estremo, o non è, semplicemente. Insomma, niente male. Se ho ben compreso (mi si perdoni, sono una neofita del genere), dovrebbe appartenere ai manga del genere Shojo, poi dovrebbero esservi ulteriori specificazioni che devo ancora capire. In ogni caso, devo approfondire. Prima o poi mi toccherò andare seriamente in Giappone, e se ci riesco, già il prossimo anno potrei averne l'occasione. Vi terrò informati. Comunque, se vi capita e se amate il genere, guardatevelo, questo anime. Se ne conoscete altri, fatemelo sapere. Questo mi è piaciuto parecchio, anche per l'argomento musicale (le sigle iniziali sono bellissime, prima o poi le scarico e ci faccio la suoneria del cellulare). Nel caso sia già finito su MTV (dovrebbero essere alla 35 puntata più o meno), provate su Youtube. Lì si trova tutto. Iniziate con la prima sigla, davvero niente male! Attendo notizie.giovedì 7 agosto 2008
Stanza del lettore onnivoro
Solitamente d'estate mi dedico alla lettura. Specifico: amo leggere, e leggo spesso anche durante l'anno (del resto, vivo rintanata nella biblioteca di Hogwarts, un motivo ci sarà...). D'estate, però, leggo più assiduamente, e di solito quei libri ai quali voglio dedicare più tempo, o che sono più impegnativi o sostanziosi. Insomma, sto per affrontare Musil, L'uomo senza qualità. Uno di quei libri che non sono MAI riuscita a leggere (un altro è l'Ulisse di Joyce. Mi fermo dopo poche pagine. Devo avere qualche idiosincrasia per il flusso di coscienza, visto che neanche la Woolf è una delle mie autrici preferite...misteri del leggere. Prima o poi lancerò l'idea dei Libri che non siamo mai riusciti a leggere, una sorta di hit parade dell'insostenibile...). Insomma, riproviamo con Musil. Ho invece letto con piacere un romanzo dell'anno scorso, che ha avuto molto successo, L'Eleganza del Riccio, di Muriel Barbery (che è un'insegnante di filosofia) che ho trovato scorrevole; mentre mi sono imbattuta ne I Pilastri della Terra di Ken Follett che non mi ha detto proprio nulla. E dire che me lo avevano tanto decantato...Devo anche leggere l'ultimo libro di Alice Sebold, scrittrice americana di noir terribili e duri, con un linguaggio asciutto e tagliente più di un rasoio (La quasi luna). Dell'ultimo di Faletti vi ho già detto (dei racconti niente male, leggetelo se avete amato Stephen King), mi è anche piaciuto La solitudine dei numeri primi, di Giordano, mi sembra che abbia vinto il Premio Strega...Lettore onnivoro, appunto. Non disdegno nulla che abbia una copertina più o meno rigida, indipendentemente dal numero di pagine. Non mi interessa. Passo disinvoltamente dai saggi (in questo periodo sto leggendo vari approfondimenti di Claudio Magris, che adoro) ai romanzi ai noir alla fantasy (già, perché ogni tanto sento il bisogno di tornare di nuovo sulla strada verso Mordor...). Hogwarts, appunto, o la biblioteca di Babele, per citare il mio amato Borges. Quando finisco di leggere un bel libro provo sempre una fitta di dispiacere, perché quelle ore trascorse in sua compagnia mi hanno davvero trasportata altrove; e allora provo a centellinarlo, a leggere meno avidamente, ma poi l'interesse per ciò che sto leggendo mi trascina di nuovo, e ricomincio a divorare pagine. Già, perché quando leggo io sono davvero dentro quel libro, vivo davvero quella storia, quella situazione. La trama rimbalza nella mia testa, mi prefiguro situazioni e sviluppi che devo poi andare a controllare riprendendo il libro in mano non appena io abbia cinque minuti di tempo. Ancora due pagine, ancora quattro pagine...a volte ho letto per ore senza accorgermene, e solo la stanchezza visiva mi ha impedito di andare avanti. martedì 29 luglio 2008
Stanza delle fughe estive (2)
Isole Tremiti, dunque. Per me rappresentano la fuga per eccellenza, l'idea archetipa di vacanza. Il mare. In ogni sua dimensione. Sopra l'acqua, possibilmente con una vela e senza motore; in nuotata libera o sotto, che fino a venti metri ci si vede e ci posso pure andare che ho il brevetto. Insomma, la mia idea di libertà: mi accontento di poco...(mah). Sono un posto incantato e selvaggio, stranamente ancora poco turistiche (una Croazia in miniatura, per intenderci), un mare cristallino con tanti pescetti per chi è interessato alla Subacquea (ci sono molti punti di immersione), e dei posti niente male per rilassarsi. Io consiglio il posto dal quale ho fatto le foto, chiosco nella pinetina, splendida vista mare e le amache appese. Lì, sorseggiando il the freddo, dondolandoti al suono delle cicale, osservando il mare, comprendi quanto l'essere umano sia poco tagliato per i ritmi frenetici, per correre, per essere costretto tra mille lacci e lacciuoli inutili e sfiancanti. Riappropriarsi del silenzio (ecco perché vado sott'acqua: senti solo il tuo respiro e niente altro), del lento dondolio dell'acqua e delle amache, degli alberi e del mare. Ecco perché per me le Tremiti sono il prototipo della fuga.giovedì 24 luglio 2008
Stanza dell'ascolto musicale (rigorosamente dal vivo) 2
Altro concerto live, ieri sera. Definirlo concerto è certamente riduttivo. Già, perché ieri sera il pianista Giovanni Allevi e l'orchestra I Virtuosi Italiani ci hanno regalato due ore di "altrove". Emozioni che fluivano liberamente, note leggere ed evocative (pianoforte, archi e fiati) che colpivano dritte il cuore e che ti allontanavano dalla quotidianità, dal consueto. Potere della musica! Dopo due ore Raffaella ed io siamo uscite più contente, col sorriso sulle labbra, leggere, come se avessimo passeggiato davvero tra i boschi in mezzo agli abeti (Trecento anelli), come se avessimo assistito ad una appassionata dichiarazione d'amore (Come sei veramente), in giro insieme ai venti (Aria). Allevi ci ha raccontato, sottovoce con le parole e poi con le note, sensazioni ed emozioni reali che passavano, libere, e fluivano verso di noi. Altrove, lontano, per due ore, per poi tornare sulla terra, verso le nostre case, con spirito rinnovato, con sguardo più entusiasta, con sorrisi più forti. Leggerezza, come insegna Calvino in Lezioni Americane, come abbiamo appreso ieri sera. Lieve come il tocco sui tasti, come il tono di voce sussurrato, laddove invece la quotidianità, la società, sono pesanti, urlate, terribilmente seriose. Ieri sera abbiamo riscoperto il piacere della leggerezza delle note, dei sorrisi, del tempo umano e non tecnologico. Fa bene ricordarlo, ogni tanto.lunedì 21 luglio 2008
Stanza della burocrazia
Ovvero, l'eterno ritorno dell'identico. Sono stata all'Università, stamani. Era davvero molto tempo che non mettevo piede a "Gottinga", per citare un racconto del prof. Iengo. Ho anche per un attimo accarezzato l'ipotesi di andare in segreteria e ritirare la mia pergamena di dottorato, ma poi ho cambiato idea. In realtà, ero partita con le migliori intenzioni: accompagnare per un giro informativo due miei studenti che vogliono immatricolarsi a filosofia. Siamo arrivati e subito ho provato una sensazione strana, come di spaesamento. Siamo entrati e mi è tornata alla mente la cara vecchia metafora della torre d'avorio. Tutto immobile, sospeso nel tempo, l'istante che si ripete eternamente ma non perché "così volli che fosse" ma perché DEVE essere così. Soliti discorsi, solite espressioni. Davvero, io non c'entro, e fatico ormai a pensare che tempo fa, Antonella ed io facessimo davvero parte di quel mondo. Oddio, da outsider, da schegge impazzite, ed è per questo che non siamo mai state davvero "organiche" al sistema. Nulla è cambiato, ed è per loro così rassicurante. Non so se Andrea ed Alessio abbiano captato il mio disagio, l'idea che io avevo era soltanto quella di fare un giro all'Università e di parlare con qualcuno che la vivesse dal di dentro. Tanto poi loro andranno a Roma Tre. Aria migliore, certo, ma sempre torre d'avorio. Avranno 5 anni di tempo per accorgersene e poi decideranno anche loro, come abbiamo deciso tutti; o dentro, con quello che comporta aderire alla proposta di Mangiafuoco (devi diventare un burattino, come sa bene Pinocchio), o fuori, per il mondo, in trincea o altrove. Scelte comunque legittime, nessuno le mette in discussione. Ho preferito ritirarmi in un ristorante con i miei studenti a chiacchierare e poi andar via, spegnendo il cellulare, per evitare telefonate dal passato. No, niente disagio, tranquilli. Solo, non avevo nulla da dire. Che il capitolo fosse chiuso da tempo, del resto, era assodato. Nulla da dire, perché non c'entro più niente con le logiche accademiche: non mi interessa sapere chi stia sgomitando per diventare un ricercatore (e ringraziare a vita il barone di turno), né se uno dei miei cari amici alla fine sia tornato sui propri passi (e quindi all'ovile. All'estero, ma all'ovile). Appunto, scelte individuali e pertanto indiscutibili. Sono felice di essere tornata a casa. Du meine Heimat, Einsamkheit...giovedì 17 luglio 2008
Stanza dell'ascolto musicale (in cuffia)
Oggi mi gira così. Oggi musica "a palla". A seconda dell'umore, della stagione, dei vestiti che indosso, del sogno che ho fatto stanotte (non vi conviene che ve lo racconti...). Oggi non sono di buon umore, anyway. Non so perché, non chiedetemelo ("Questo solo possiamo dirti/ Ciò che NON siamo, ciò che NON vogliamo"). Ieri sera, per puro caso, ho incontrato Enrica e Irene, che non vedevo da anni, e non mi sono stupita nel non vederle affatto cambiate. Eravamo lì, per strada, a chiacchierare fra di noi (c'era anche Pita) e mi sembrava che quindici anni non fossero affatto passati. Possiamo avere nuovi hobbies (Enrica non mi stupisce che tu pratichi il Downhill, è proprio da te!), nuove montature di occhiali (l'età avanza), ma, in fondo, non siamo affatto cambiati. Pita parlava di sindrome di Peter Pan, io penso più sullo stile di "Fedeli alla Linea" (mitico album dei CCCP, per restare in tema). Qualcuno, in una delle mie vite precedenti, mi aveva detto che non ero affatto cambiata, che ero sempre la stessa ("solo il tuo sguardo è cambiato, ci è passata altra vita dentro". Belle parole, Mario). Insomma, conversazioni, informazioni su concerti. Io ascolto ancora di tutto. Enrica è andata a sentire i Sex Pistols a Torino (cosa non si fa per i soldi...). Ci sarei andata anch'io, la loro musica è un momento particolare della mia vita. Questa settimana andrò invece ad ascoltare Stefano Bollani (peggio per voi se non lo conoscete) a Castelbasso, poi nell'ordine, come già scritto, Allevi a Pescara e di nuovo Marcus Miller a Castelbasso. In questo periodo sono di questo umore: musica che eleva lo spirito, che ti porta lontano, che ti solleva portandoti via. Ho bisogno di questo, im dieses Zeit. Lontano dalle visioni e dai sogni. Non disdegno neanche la musica celtica, da Enya in su, atmosfere da LOTR che non mi dispiacciono, per mettere le ali alla fantasia sempre più (m)alata. Adesso sto ascoltando i miei cari, vecchi LZ. Musica d'annata da gustare in solitaria. Pregustando un'estate di buoni ritmi, di accompagnamenti musicali. Imprescindibili, per me. Le sortite da Hogwarts sono ormai riservate per rifugiarmi in un altro mondo dorato e rassicurante: quello della musica, della mia musica. Cosa sarebbe la mia vita senza la colonna sonora dei miei momenti, dei vari istanti? Non so, non riesco ad immaginarla. La festa dei miei diciotto anni, ad esempio, della quale ricordo solo Cult e Cure in loop (non osate commentare i miei trascorsi, possiedo tutta la discografia dei Cure); l'hard rock dello zio Iggy, i Led Zeppelin amati da Andrea. I Jehtro e De André, che mi legano a Roberto. Gli Area mi ricordano Milano. I Pink FLoyd e le mie follie (Wish yoy were here ueber alles), gli Stones, gli Iron Maiden ovvero Germany (come anche i Prodigy ed Eric Clapton). Dona, o la Bandabardò. Il concerto di Manu Chao, le atmosfere della Mannoia (Ah che sarà), la musica del Boss, ruvido e duro, la faccia sporca dell'America, parafrasando Conte. Insomma, per fortuna che ho la musica, in certi momenti, anche se devo ancorta capire se NON cambiare sia un bene o un male. Ti ritrovi a volte a fare, a pensare cose che non dovresti aver fatto o pensato, ti ritrovi sempre e soltanto dentro il ghetto, conscio del fatto che NON vuoi uscirne, perché là fuori, semplicemente, il mondo non ti interessa. Dentro il mio ghetto sono in compagnia dei miei libri (Hogwarts, appunto) e della mia musica, soprattutto. Certo, circolano ancora troppe visioni, sogni e ideali. A volte, come in questo periodo, occorrerebbe volare basso. Davvero, però, come scrive mein lieber Fritz, ich kann nicht lange still sitzen. Non ce la faccio a stare ferma, è più forte di me. Almeno mi muovo a ritmo di musica. martedì 15 luglio 2008
Stanza del burocrate

lunedì 14 luglio 2008
Stanza dell'ascolto musicale (rigorosamente dal vivo)
Quest'anno ho deciso di concedermi qualche ora di ascolto di buona musica rigorosamente dal vivo. Ho quindi cominciato ieri sera, in quel di Colonnella, Piazza del Popolo (se capitate dalle parti dell'Abruzzo teramano andateci a Colonnella, il centro storico, piccolino, merita una visita, come anche le aziende vitivinicole della zona. Io consiglio il trebbiano -uva passerina o Passera delle Vigne- di Lepore). Dunque, gli Avion Travel ieri sera. Ottima musica, ottimi performer. La musica dal vivo possiede quell'immenso potere di riconciliarti col mondo, di farti dimenticare il quotidiano e di portarti altrove, proprio come i miei adoratissimi libri. Vale la pena uscire da Hogwarts per assistere ad un concerto. Anche per questo adoro la musica, di vari e disparati generi. E poi ieri sera, oltre alla musica, abbiamo goduto della loro leggerezza e della loro ironia, il che non guasta. Gli Avion Travel li conosco da parecchi anni, li ho visti una prima volta dal vivo a teatro in uno spettacolo di teatro canzone insieme a Fabrizio Bentivoglio (stiamo parlando del 1996 più o meno), e ho sempre seguito la loro musica. Quest'anno il tour parte dalle canzoni del loro ultimo disco, nel quale rivisitano alcuni brani di Paolo Conte. Ascoltatevi, se vi capita, "Un vecchio errore". Io la adoro, come anche "Elisir", con il contributo di Gianna Nannini. Che volete farci, sono una nostalgica della buona musica. Vi anticipo già il prossimo concerto che andrò a sentire: Giovanni Allevi a Pescara. Preparatevi, dunque, quest'estate vi tedierò con le mie pseudorecensioni....sabato 12 luglio 2008
Stanza delle visioni estive

giovedì 10 luglio 2008
Stanza del dormiveglia
mercoledì 9 luglio 2008
Stanza della coscienza civile
martedì 8 luglio 2008
Aule scolastiche
Esami di stato, dunque. Abbiamo appena terminato, abbiamo già affisso il tabellone con gli esiti (già, perché pubblichiamo gli esiti numerici delle prove scritte e non l'esito globale numerico dell'esame per un non ben chiaro diritto alla "pràivasi". Welcome in Italy....). Stanza delle visioni diurne (Deliri?)
(Alcune persone sanno quanto io sia fanatica di LOTR, sia del libro che del film. Molti sanno che per me questo libro rappresenta molto di più di un semplice testo...). L'estate mi causa spesso dei terremoti interiori. Forse perché oggi non ho affatto una Stimmung positiva, forse perché oggi sento abbastanza forte lo struggimento da calura estiva, forse perché oggi non ho neanche più voglia di arrabbiarmi, insomma forse perché oggi mi gira così, lascio le briglie sciolte alla fantasia. Del resto, il fatto che io sia una grande lettrice di Fantasy significherà pure qualcosa. Le mie meravigliose amiche sghignazzeranno, come sempre, delle mie improvvise impennate di fantasia. Che volete farci, vi chiedo già in anticipo scusa, è che quando mi lancio non mi fermo, mi diverto troppo, mi godo l'ebbrezza dell'attimo, il fascino del dionisiaco. Ovviamente sono una ribelle. Fin dentro le ossa. Sovvertire gli schemi spesso è la mia parola d'ordine. E dunque, che questo piccolo sogno (del quale ho accertato l'esistenza solo qualche giorno fa -quando l'ho portato a livello conscio-) mi accompagni per questo periodo, poco importa se si concretizzi o no. Come sempre, cercherò di muovermi in punta di piedi, senza far del male né creare dolore, aggirandomi, come insegnano gli elfi di Arwen, nel bosco incantato cercando di non arrecare il benché minimo danno. Che io esca dal libro e mi rituffi nella realtà con tutto il piccolo sogno è altamente improbabile: ma, come racconta il mio amatissimo EAP, "diremo dunque che sono un visionario"...Lo so, periodicamente ricado nella zona d'ombra, ma è evidentemente ciclico, forse concomitante con incertezze o riflessioni troppo accentuate. Non so, allo stato delle cose, se questo piccolo sogno posssa diventare altro (nel caso andare a finire nell'appendice finale del blog "Stanza dei sogni realizzati)...non so, e adesso mi dirigo a quel particolare lettore, se questa sia una mia visione, un mio delirio, una mia idea.venerdì 20 giugno 2008
Gli esami non finiscono mai
Siamo spesso sotto esame, nella vita. Siamo noi stessi che ci sentiamo sub judice per le mille scelte che dobbiamo compiere, per i sentieri che dobbiamo imboccare. Costantemente, dunque, abbiamo delle prove da superare. Ma l'ansia resta, l'ansia non riesci a dominarla, l'inquietudine che deriva dal fatto che non dipende solo da te, l'esito, ma da quelle variabili terribilmente soggettive che sono le persone di fronte a te. Eccoli, quindi, i mie studenti alle prese con i fatidici esami di stato, affrontarli con un carico di tensione che spesso maschera l'incertezza per il loro futuro. Compito della scuola a mio avviso è consegnarli alla vita con in mano e in testa le chiavi di lettura, le bussole per navigare in mare aperto, come meglio possibile, per non andare alla deriva, per non perdersi. Non ce la faremo mai a farli arrivare tutti in porto. Io ogni volta che termino gli esami di stato mi porto dietro questa malinconia: reincontrerò i loro sguardi, e li troverò mutati: a volte corrotti dal tempo, a volte tristi, più spesso fieri delle proprie esperienze. Gli esami di stato per me rappresentano allora un ulteriore esame che faccio a me stessa (fossi mai contenta di quello che faccio!!!!): da come i miei studenti reagiscono, affrontano la prova, cerco di decifrare ogni volta dalle loro reazioni quanto io sia stata in grado di metterli in condizione di reagire, di rispondere, di affrontare le difficoltà. venerdì 6 giugno 2008
Stanza del tempo ritrovato
Stanza delle fughe primaverili

mercoledì 28 maggio 2008
Stanza degli sfoghi verbali

lunedì 26 maggio 2008
Stanza delle donne (2)

sabato 17 maggio 2008
Stanza delle domande consuete

giovedì 15 maggio 2008
Stanza del tempo che fugge

mercoledì 14 maggio 2008
Stanza delle fughe estive

Stanza della politica (2)

La stanza dei ricorsi storici

mercoledì 19 marzo 2008
Stanza del viandante (3)

venerdì 29 febbraio 2008
Stanza del viandante (2)
domenica 24 febbraio 2008
Stanza delle visioni notturne

Coloro che sognano ad occhi aperti vedono più, e meglio, di coloro che sognano soltanto di notte. Questa è solo una delle frasi di un celebre incipit di Poe, del mio Edgar Allan, al quale sono particolarmente affezionata. Quando mi accade di avere degli incubi, qualcuno, invariabilmente, mi batte una mano sulla spalla e con un leggero tono compassionevole mi dice di leggere meno, specialmente Poe. Impossibile, ovviamente. Non riesco a saziarmi di libri, diceva Petrarca, che se ne intendeva. A volte, quando leggo per troppe ore consecutive, mi accade di continuare a viverlo in sogno, il libro, di partecipare alla storia come spettatore esterno, di scorrere immagini e non pagine. A volte, i miei sogni mi accompagnano per tutta la durata della mia giornata, e gusto atmosfere e parole, più spesso colori e sensazioni. Purtroppo a volte sgradevoli, ed allora sto ad aspettare che prima o poi quella sensazione negativa si avveri. I Greci sostenevano che i sogni fatti all'alba avevano il sapore delle previsioni per il futuro, e del resto il mio nick è Pythya. Evidentemente, da qualche parte di me, credo ai/nei sogni. Non sarei, del resto, un'idealista.
A volte quindi penso che la realtà che sto vivendo si possa cambiare, che io possa davvero lottare contro i mulini a vento. A volte, invece, e oggi è una di quelle volte, mi sento un pochino sfiduciata, senza quello sguardo dritto verso il futuro (la freccia dei sagittari...) che mi infonde fiducia. Organizzazioni, istituzioni, famiglia. Oggi mi sta stretto tutto. Domani, probabilmente, avrò cambiato mood. Devo aver fatto un brutto sogno, evidentemente, che non ricordo. La sensazione è davvero quella. Bene, andiamo allora a rifugiarci nella no man's land, dalle parti dei libri. E, dunque, Enrico Alleva, La mente animale (saggio di etologia, non spaventatevi), e non ci sono per nessuno. Al prossimo stato d'animo. "Diremo, dunque, che sono un visionario" (E.A. Poe)
venerdì 22 febbraio 2008
Stanza del viandante

Stanza degli amici


