sabato 17 maggio 2008

Stanza delle domande consuete



Cerco qualcuno che mi spieghi cosa significhi identità. Mi dispiace ma non l'ho ancora capito. Prendiamo il mio caso, ad esempio. Sono una donna, ok. Europea, penso, italiana, credo. Laica, fondamentalmente anarchica, amo Tolkien e la fantasy, Nietzsche e Juenger, filotedesca, fanatica delle regole della convivenza civile ma in macchina supero sempre i 50 km orari; salutista ma adoro la birra, intollerante e non solo al nickel, sebbene intollerante spesso con gli intolleranti...potrei continuare per ore, e tutte queste cose insieme parlano di me, sono parte di me. Ma niente di queste singole parti descrive l'intero. Per gli esseri umani, infatti, non valgono le proprietà dell'insiemistica. Io sono tutte queste cose e anche altre, e ritengo molto limitante essere definita sulla base di uno solo di questi parametri. Sulla base di cosa mi si definisce soltanto su un parametro? E' sufficiente dire di me che sono Italiana? Sono nata in Italia, certo. Molti aspetti dell'Italia però non mi identificano: non sono cattolica, non ho votato per Berlusconi, non salgo sul carro dei vincitori, non sono mai stata raccomandata eccetera. Cosa mi accomuna, a me che sono seppellita qui dentro la biblioteca di Hogwarts ad un milanese o ad un trapanese. Abbiamo davvero molto in comune io e costoro? Già, perché se l'identità è una ed una sola (ancora la matematica applicata agli individui), dobbiamo far parte tutti indistintamente della stessa categoria. Neanche i miei amici, le mie amiche hanno molto in comune fra loro, figuriamoci gli sconosciuti. Identità religiosa? Figuriamoci! Sono anni che non metto piede in una chiesa, che visito moschee e sinagoghe per puro interesse culturale. Io non c'entro niente, mangio anche il prosciutto al venerdi santo. Identità culturale? AHAHAHAHA!!!! Quanti di noi hanno letto tutto Dante, Boccaccio, Manzoni, Leopardi, Calvino eccetera????? Identità è parola violenta, perché come tutte le semplificazioni taglia le sfumature, che sono la ricchezza degli esseri umani. Identità è parola finta, perché essa è di fatto una costruzione della cultura egemone del tempo. L'identità italiana degli anni 50 è forse la stessa di quella attuale? Siamo davvero gli stessi? Sempre e comunque uguali? Identità è parola pericolosa, perché in nome di essa, si commettono le più atroci barbarie. Noi contro loro. Il problema è come, chi, e quando si stabilisca chi siano i "loro" contro cui scagliarsi. In pieno nazismo, Goebbels (anima candida, vero?) soleva dire "lo stabilisco io chi è ebreo e chi no", e sappiamo cosa voleva dire essere ebrei in Europa dopo il 1933 (e in Italia dopo il 1938). L'identità è un paravento dietro il quale abiurare alla ragione. E come sempre, il sonno delle ragione genera mostri, violenze, rappresaglie, roghi di libri e inquisitori. Auguriamoci sempre un sobrio esercizio della nostra razionalità.
Per questo non posso tollerare il clima di intolleranza, xenofobia ed aperto razzismo che circola nell'aria come un veleno per le menti.
Dalla dichiarazione in difesa della razza del 1938: "E' tempo che gli italiani si proclamino francamente razzisti". Poi ci fu l'8 settembre 1943, la resa dello stato. Poi ancora a Roma, il 16 ottobre 1943. La razzia nel ghetto ebraico. Tornarono dagli inferni dei lager in 17 persone. Una sola donna e nessun bambino sopravvisse ad Auschwitz.
Quando vedo in televisione la gente che applaude ai roghi nei campi nomadi, penso ai tedeschi all'alba di quel 16 ottobre 43 che stanavano ridendo gli ebrei che tentavano di salvare le loro vite. I bambini ebrei con gli occhi spalancati sull'orrore. Come quei bambini Rom che ho visto in televisione. Lo stesso sguardo.
Ecco perché rimango ad Hogwarts, tra i miei libri, tra i miei classici, Dante, Calvino, Gadda e tanti altri, fino ad arrivare a Roberto Saviano. Io non c'entro niente con questa Italia. Qualche volta penso di essermi scelta un lavoro à la Don Chischiotte, che combatte contro i mulini a vento. Oggi va così. Domani, forse, riprenderò a combattere. Oggi mi siedo e aspetto. "Io non ci sarò. Io mi siederò ed aspetterò. Seppellite il mio cuore a Woundned Knee" (Woundned Knee è passato alla storia come uno dei più grandi massacri di pellerossa da parte delle giubbe blu americane).
Niente letture consigliate per questo post.

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