venerdì 15 febbraio 2008

La Stanza delle donne

Ancora una volta. Eppure gli anni '70 sono passati da un
pezzo. Credo che ognuno, davvero, sia e debba essere
lasciato libero di scegliere, la propria fede, la propria libertà, la propria vita.
Ancora una volta. Non bastava la legge 40, che tratta il corpo della donna come un mero contenitore. Lo sosteneva anche Aristotele, ma era il quinto secolo avanti Cristo. Adesso si arriva al blitz in ospedale, con piantonamenti ed interrogatori appena uscite dalla sala. Dove, tra l'altro, si è dovuto ricorrere ad una interruzione volontaria di gravidanza per motivi terapeutici. Appunto, motivi terapeutici. Credono ancora che interrompere una gravidanza sia una passeggiata! Hanno mai incrociato lo sguardo di una diciassettenne che ha appena interrotto la propria gravidanza tra mille ostacoli burocratici? Hanno mai sentito la mia amica Maria continuare a ripetere "adesso mio figlio avrebbe...tot anni"? Hanno mai sentito la telefonata di un sedicenne ansioso chiederti cosa fare quando si rompe un profilattico?
Mi fanno ridere. Hanno anche proposto la rianimazione di un eventuale feto che la famiglia, con enorme dolore, ha rifiutato. Si lavano la coscienza? Già, perché poi, questo bambino viene riconsegnato alla famiglia, che deve crescerlo, accudirlo, amarlo. E lo farà, se se lo ritrova tra le braccia. E coloro che si beano dell'aver salvato una vita, se ne staranno nelle loro belle stanze, coi loro figli belli e sani, e non sanno (non vogliono sapere) cosa significhi crescere un figlio minimamente disabile, in Italia. Minimamente, ho detto. La legge 194 riconosce in casi gravissimi l'aborto terapeutico: spina bifida e altre condanne a vita.
Parlano e manifestano a favore della famiglia.
Che parlino alle madri che perdono il lavoro per mettere al mondo un figlio, a coloro che non hanno asili nido a disposizione, alle famiglie completamente sole ed abbandonate, nel caso di figli non autosufficienti o, peggio, gravemente disabili. Vadano a parlare con queste famiglie, prima di tranquillizzare le loro coscienze anestetizzate o terrorizzate dall'enorme potere della donna (quello di donare la vita). Vadano a parlare con famiglie che non sanno neanche come assicurare un futuro ai loro figli condannati a vita da una malattia, che non sanno cosa sarà dei loro figli dopo la morte dei genitori...perché sono totalmente, completamente, inesorabilmente abbandonate a loro stesse da istituzioni latitanti.
La legge 194, tra l'altro, è stata anche oggetto di referendum e, se la Costituzione italiana non è stata ancora cambiata, non può essere quindi sottoposta a modifiche. Cosa parlano a fare, dunque? Solo fumo negli occhi?
Posso condividere o meno le posizioni intransigenti o meno delle gerarchie vaticane. Posso condividere o meno ciò che Ferrara ed altri sostengono.
Non condivido. Per questo, manifesto. Che condividano il mio diritto a dissentire, a manifestare, a protestare.
Fino a prova contraria, anche se molte leggi e alcune persone cercano di dimenticarlo e di farlo dimenticare, siamo ANCORA una stato laico.
Per questo, manifesto.

1 commento:

Mammamsterdam ha detto...

pythya, tutte le cose che io penso, sento e ho cercato di fare con questo logo e quello che c'è dietro, l'hai espresso così splendidamente, con una forza enorme che esce fuori dal testo, in particolare la fine.

Grazie, che delle volte on basta sentire, ma bisogna saperlo tirar fuori.