giovedì 17 luglio 2008

Stanza dell'ascolto musicale (in cuffia)

Oggi mi gira così. Oggi musica "a palla". A seconda dell'umore, della stagione, dei vestiti che indosso, del sogno che ho fatto stanotte (non vi conviene che ve lo racconti...). Oggi non sono di buon umore, anyway. Non so perché, non chiedetemelo ("Questo solo possiamo dirti/ Ciò che NON siamo, ciò che NON vogliamo"). Ieri sera, per puro caso, ho incontrato Enrica e Irene, che non vedevo da anni, e non mi sono stupita nel non vederle affatto cambiate. Eravamo lì, per strada, a chiacchierare fra di noi (c'era anche Pita) e mi sembrava che quindici anni non fossero affatto passati. Possiamo avere nuovi hobbies (Enrica non mi stupisce che tu pratichi il Downhill, è proprio da te!), nuove montature di occhiali (l'età avanza), ma, in fondo, non siamo affatto cambiati. Pita parlava di sindrome di Peter Pan, io penso più sullo stile di "Fedeli alla Linea" (mitico album dei CCCP, per restare in tema). Qualcuno, in una delle mie vite precedenti, mi aveva detto che non ero affatto cambiata, che ero sempre la stessa ("solo il tuo sguardo è cambiato, ci è passata altra vita dentro". Belle parole, Mario). Insomma, conversazioni, informazioni su concerti. Io ascolto ancora di tutto. Enrica è andata a sentire i Sex Pistols a Torino (cosa non si fa per i soldi...). Ci sarei andata anch'io, la loro musica è un momento particolare della mia vita. Questa settimana andrò invece ad ascoltare Stefano Bollani (peggio per voi se non lo conoscete) a Castelbasso, poi nell'ordine, come già scritto, Allevi a Pescara e di nuovo Marcus Miller a Castelbasso. In questo periodo sono di questo umore: musica che eleva lo spirito, che ti porta lontano, che ti solleva portandoti via. Ho bisogno di questo, im dieses Zeit. Lontano dalle visioni e dai sogni. Non disdegno neanche la musica celtica, da Enya in su, atmosfere da LOTR che non mi dispiacciono, per mettere le ali alla fantasia sempre più (m)alata. Adesso sto ascoltando i miei cari, vecchi LZ. Musica d'annata da gustare in solitaria. Pregustando un'estate di buoni ritmi, di accompagnamenti musicali. Imprescindibili, per me. Le sortite da Hogwarts sono ormai riservate per rifugiarmi in un altro mondo dorato e rassicurante: quello della musica, della mia musica. Cosa sarebbe la mia vita senza la colonna sonora dei miei momenti, dei vari istanti? Non so, non riesco ad immaginarla. La festa dei miei diciotto anni, ad esempio, della quale ricordo solo Cult e Cure in loop (non osate commentare i miei trascorsi, possiedo tutta la discografia dei Cure); l'hard rock dello zio Iggy, i Led Zeppelin amati da Andrea. I Jehtro e De André, che mi legano a Roberto. Gli Area mi ricordano Milano. I Pink FLoyd e le mie follie (Wish yoy were here ueber alles), gli Stones, gli Iron Maiden ovvero Germany (come anche i Prodigy ed Eric Clapton). Dona, o la Bandabardò. Il concerto di Manu Chao, le atmosfere della Mannoia (Ah che sarà), la musica del Boss, ruvido e duro, la faccia sporca dell'America, parafrasando Conte. Insomma, per fortuna che ho la musica, in certi momenti, anche se devo ancorta capire se NON cambiare sia un bene o un male. Ti ritrovi a volte a fare, a pensare cose che non dovresti aver fatto o pensato, ti ritrovi sempre e soltanto dentro il ghetto, conscio del fatto che NON vuoi uscirne, perché là fuori, semplicemente, il mondo non ti interessa. Dentro il mio ghetto sono in compagnia dei miei libri (Hogwarts, appunto) e della mia musica, soprattutto. Certo, circolano ancora troppe visioni, sogni e ideali. A volte, come in questo periodo, occorrerebbe volare basso. Davvero, però, come scrive mein lieber Fritz, ich kann nicht lange still sitzen. Non ce la faccio a stare ferma, è più forte di me. Almeno mi muovo a ritmo di musica.

4 commenti:

Giancarlo ha detto...

Nel personale ghetto, musica e libri creano strane associazioni. Ti offro una parte di me stesso: The End dei Doors mentre leggo Walter Benjamin; Das Lied von der Erde di Mahler mentre leggo Le Coefore di Eschilo; i Nirvana per Wittgenstein; Loreena Mc Kennitt per LOTR; i Modena City Ramblers mentre leggo le folli riflessioni sul 68 da parte di chi non c'è stato e ora pontifica; Wagner mentre leggo poesia (Dylan Thomas - T.S. Eliot - Ezra Pound). Ci vuole uno psicanalista, temo...

Pythya ha detto...

Devo ancora trovare qualcosa che vada bene per Fritz. Wagner no, mi sembrerebbe comunque un affronto. Forse Bizet, che amava. I Brandeburghesi di Bach non mi dispiacciono, in ogni caso ancora troppo aerei per letture nietzscheane (scrivi col sangue, imparerai che il sangue è spirito...). Non ho forse ancora trovato quella commistione di sangue e spirito, evidentemente. L'accostamento The End con Benjamin dovrò, provarlo, mi piace (di solito mentre lavoro ascolto Mozart -tutto quello che mi capita- o altra musica strumentale: jazz, ad esempio. Ascolto puro,altrimenti mi distraggo). Con The End, però, mi verrebbe subito da esclamare "Amo l'odore del Napalm la mattina appena sveglio" (chissa mai perché...).
Psicanalisti per noi banda di folli? COme afferma sempre Sarah (Antonella te ne avrà parlato), il caro dottor F. se ci avesse conosciuto avrebbe fatto il veterinario...

Antonella ha detto...

anche se si sente sempre la stessa musica, cambia il modus dell'ascolto, cambiano emozioni e pensieri ... non dovresti esplorare le infinite possibilità di combinazione che una stessa musica, un'accoppiata musica-letteratura, possono produrre? Il problema è forse in te, c'è magari qualcosa di irrisolto a livello di autostima perché il ghetto è il limite da infrangere, sempre...
P.S. Questo commento è "a due" ...

Pythya ha detto...

Devo assolutamente provare questi nuovi accostamenti, poi vi racconterò!
Il ghetto come limite. Da infrangere verso quale direzione? Sono sicura di volerne uscire? Verso dove? Meglio un orizzonte che abbia un senso seppur limitato, o il nulla come orizzonte di senso? Manca il fine, manca la risposta al perché... (Antonella, leggiti il post di oggi, 21 luglio, e capirai appieno la mia Stimmung)