
martedì 29 luglio 2008
Stanza delle fughe estive (2)

giovedì 24 luglio 2008
Stanza dell'ascolto musicale (rigorosamente dal vivo) 2

lunedì 21 luglio 2008
Stanza della burocrazia

Detto per inciso, la foto è un vecchio panorama di Heidelberg. Altro mondo, che per un breve periodo della mia vita ho pensato di eleggere a seconda casa, e dove immaginavo di trascorrere un lungo periodo di studi. Chissa come funzionano le Torri d'Avorio in Deutschlandia...
giovedì 17 luglio 2008
Stanza dell'ascolto musicale (in cuffia)

martedì 15 luglio 2008
Stanza del burocrate

Era tarda sera, quando K arrivò...
(Questo qui è K, naturalmente). Ho capito che la burocrazia non fa per me, niente da fare. Stamattina ne ho avuto l'ennesima conferma. Relazione di fine anno per i neoimmessi in ruolo. Già, perché per la scuola sono una pivellina, sono solo pochi anni che insegno, del resto. Che io mi sia fatta le ossa nei corsi di formazioneprofessionale o all'università per i burocrati non conta. Sono una pivellina. Contano solo gli anni di servizio effettivo nella scuola, quante volte hai partecipato agli esami di stato. Come se quello che sai insegnare, la passione che puoi trasmettere, si misurino sulla quantità. Il povero Franz ne sapeva qualcosa, di burocrati e del castello. Io non ne ho gran voglia, la salita al castello non mi interessa. Insomma, tutta la mattinata a scuola per relazionare davanti a colleghi con i quali ho lavorato tutto l'anno, che mi conoscono, e davanti al DS al quale non potevo rispondere come avrei voluto. Il pranzo consueto con gli altri colleghi e io che mi rendo conto di cosa significhi la NOIA esistentiva. Va beh, archiviata anche questa, ripartiamo da zero e vedremo cosa accadrà il prossimo anno...
lunedì 14 luglio 2008
Stanza dell'ascolto musicale (rigorosamente dal vivo)

sabato 12 luglio 2008
Stanza delle visioni estive

Nelle giornate estive, dal momento che vivo in un posto di mare, me ne vado in spiaggia. Di solito il mio orario preferito è dalle 12 alle 16. Non c'è molta gente, a quell'ora, e posso leggere in tranquillità (Marcela Serrano, I quaderni del pianto) o ascoltare la mia musica sonnecchiando. E poi, per rilassarmi, dopo un bel bagno, mi metto a fissare il mare. E seguo i miei pensieri, li lascio defluire liberi, senza doverli per forza ordinare. E si intrecciano, provocati dal passeggio delle persone sulla battigia, dalle conversazioni dei vicini di ombrellone, dall'osservazione delle variegate solitudini che affollano il tratto di spiaggia compreso nel mio orizzonte visivo. Nel corso degli anni sono transitate varie e molteplici personalità, su quel microcosmo siliceo, e la mia ombra a pagamento ha offerto ripari a svariate conversazioni: insomma, l'angolo di spiaggia come metafora del brulicare dell'universo. Dunque non stupitevi se incontrate persone e comportamenti non di vostro gradimento, bei corpi fieri di essere mostrati e disagi mascherati da sorrisi di circostanza, conversazioni banali e divagazioni sul quotidiano. Le stesse persone che incontriamo al lavoro, sul bus, per le nostre strade.
Non ho ancora capito se esserne contenta o meno.
Torno ad ascoltare gli U2, almeno loro non cantano troppe banalità.
giovedì 10 luglio 2008
Stanza del dormiveglia
Un'altra, invece, pesante e nera di angoscia, pungente come una roccia scalfita, unico compagno un libro dal quale trarre risposte a domande che non volevo pormi, quando è finita la storia con Gianluca.
Altre notti cariche di stanchezza e di energia lavorativa, nelle quali fai fatica ad ordinare alle tue meningi di fermarsi, da troppo tempo in movimento, e continui a pensare alle cose da fare, a quelle fatte ed al tempo che ti rimane per le scadenze.
Altre inquiete e cariche di presagi, assisti alla finestra a piccole catastrofi e guardi, convitato di pietra, fiumi di fango scendere e salire.
Altre strane, immerse in dormiveglia e parole, nelle quali non ti orienti bene, senti che hai forse qualcosa per le mani che eternamente sfugge e che non sai bene se e come afferrare. Vorresti attendere, ma non sai farlo, forse non vuoi, né sai che ciò che stai per fare o hai fatto sia la cosa più giusta da fare.
E rifletti, e pensi, in un limbo estivo, mentre fuori già albeggia e vagheggi incontri che mai ci saranno, solo per assecondare fantasie egoistiche.
Non si potrebbe, semplicemente, dormire?
mercoledì 9 luglio 2008
Stanza della coscienza civile
(Estratto da uno scritto di Antonio Gramsci. Un individuo che ha pagato con la galera a vita il prezzo altissimo della coerenza con le proprie idee)
Odio gli indifferenti. Credo che vivere voglia dire essere partigiani. Chi vive veramente non può non essere cittadino e partigiano. L'indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita. Perciò odio gli indifferenti.
L'indifferenza è il peso morto della storia.
L'indifferenza opera potentemente nella storia.
Opera passivamente, ma opera. E' la fatalità; è ciò su cui non si può contare; è ciò che sconvolge i programmi, che rovescia i piani meglio costruiti; è la materia bruta che strozza l'intelligenza.
Ciò che succede, il male che si abbatte su tutti, avviene perchè la massa degli uomini abdica alla sua volontà, lascia promulgare le leggi che solo la rivolta potrà abrogare, lascia salire al potere uomini che poi solo un ammutinamento potrà rovesciare.
La massa ignora, perchè non se ne preoccupa; e allora sembra sia la fatalità a travolgere tutto e tutti, chi ha voluto e chi non ha voluto, chi sapeva e chi non sapeva, chi era stato attivo e chi indifferente. Alcuni piagnucolano pietosamente, altri bestemmiano oscenamente, ma nessuno o pochi si domandano: se avessi fatto anch'io il mio dovere, se avessi cercato di far valere la mia volontà, sarebbe successo ciò che è successo?
Odio gli indifferenti anche per questo: perchè mi dà fastidio il loro piagnisteo da eterni innocenti. Chiedo conto a ognuno di loro del come ha svolto il compito che la vita gli ha posto e gli pone quotidianamente, di ciò che ha fatto e specialmente di ciò che non ha fatto. E sento di poter essere inesorabile, di non dover sprecare la mia pietà, di non dover spartire con loro le mie lacrime.
Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l'attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c'è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano.
Vivo, sono partigiano.
Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.
Questo il pensiero di Gramsci.
Così, en passant. Pensatene quello che volete, che vi suggerisca ciò che credete.
Con amore e con rabbia, naturalmente.
martedì 8 luglio 2008
Aule scolastiche

Cosa raccontare che io non abbia già detto, cosa riferire che non mi abbia già fatto incazzare...Procediamo con ordine.
1. Ulteriore conferma della mia più totale idiosincrasia nei confronti della burocrazia
2. Aggiungiamoci anche nei confronti di ogni dogmatismo (occorre diffidare di coloro che hanno troppe certezze, sempre. "Bisogna diffidare dei sistematici: io per la strada li evito. La volontà di sistema è una mancanza di onestà" -mein lieber Fritz, naturalmente-)
3. Perché questo qua ha continuato a chiamare le professoresse "signora" e il professore appunto "professore"? Ragazzi miei amatissimi, cercate di non usare queste distinzioni verbali. Alla lunga provocano allergie e forti intolleranze (a proposito, l'idealismo E' HEGEL soltanto. Il resto sono solo "chiacchiere e distintivo" -citazione dal film Gli intoccabili; anche Freud è importante per la filosofia; mentre della vita di Schopenhauer non so che farmene)
4. Detesto le persone che vogliono sentirsi ripetere le parole che hanno già in mente
5. Non capisco come mai sia ancora piuttosto diffusa l'equazione professore giovane=incapace di intendere e di volere (devo chiedere alla collega di matematica che tipo di equazione sia)
6. Per fortuna ci sono state delle belle sorprese
7. Non tollero affatto coloro che non lasciano parlare gli altri
8. Quest'esame è concepito male: perché è un esame aritmetico, e studenti brillantissimi, e appunto perché tali, lunatici, non prendono il massimo
9. Ho deciso che smetto di fare gli esami, ecco tutto
10. Qualora dovessi rifarli (visto che non posso sottrarmi) dovrò procurarmi qualche sostanza naturale che mi faccia vedere TUUUUUTTO ROSA!!!!!! (oppiacei? ricordarsi di leggere cosa ne dice Baudelaire)
Stanza delle visioni diurne (Deliri?)

Non ci fate caso, sto delirando.
"Tieni i tuoi sogni! I saggi non ne hanno di così belli come ne hanno i pazzi" (Ch. Baudelaire, ovviamente).
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