venerdì 6 giugno 2008

Stanza delle fughe primaverili


Siamo stati a Zurigo per un Weekend lungo, ospiti di Paola ed Amir. Credo che i pregiudizi abbiano la sola ragione di esistere per essere smentiti, per fortuna. Insomma, non ce la aspettavamo così, Zurigo. Avevamo in testa il clichet della Svizzera verde, degli orologi e del cioccolato, ed abbiamo scoperto una cittadina dai modi lenti e umani, affaccendata attorno alle piccole cose ed attenta ai rapporti umani. Abbiamo girato in bicicletta sotto il sole e lungo il lago osservando la normalità delle famiglie all'aria aperta, i padroni di animali con rispettiva bastiola al guinzaglio, tutti rigorosamente a piedi, mai di corsa e mai incazzati. Abbiamo osservato angoli di microcosmi lontani, dove le persone si riuniscono attorno a giochi antichi e impiegano in quel parco tutto il loro pomeriggio e sera, tutti insieme, uomini, donne, ragazzi, dove ci si può prendere un bicchiere di vino, sedersi all'ombra e fumare in santa pace. Abbiamo girato a piedi sul lungofiume assaporando quella tipica atmosfera estiva così lungamente attesa solo nei paesi nordici. Non abbiamo potuto fare a meno di ammirare comunque il traffico regolare e tutta la sequenza di luoghi comuni. Città incantevole!
E soprattutto, mentre all'aeroporto al ritorno eravamo da mezz'ora in coda per i documenti in uscita (e Fabio diceva malevolo "Welcome back!"), riflettevo. Certo, l'Italia. Anche lei con i suoi clichet e luighi comuni. Che però a volte rimangono solo sulla carta, senza trovare applicazione concreta, in negativo, ma anche in positivo. Troppa fretta vedo intorno a me, a volte sembriamo aver dimenticato la sotile arte del godersi la vita, tutti troppo incazzati, tutti troppo di corsa, tutti toppo preoccupati del far quadrare i conti, delle rate della macchina da pagare, del mutuo, delle rate per il megatelevisore perché adesso ci sono gli europei e non vuoi vederteli nella santa pace di casa tua con un megamaxi schermo? Che fuori c'è brutta gente, non vale la pena di uscire, non lo sai che ti può capitare qualsiasi cosa, e poi si spende troppo, chissà il tuo amico con quali soldi si è comprato l'ultima novità tecnologica...
Che caldo, c'è troppo sole, meno male che in casa ho l'aria condizionata, cosa vado a fare in spiaggia, il mare è inquinato, troppo casino, troppa gente di cui non mi fido, troppi vu cumprà...
Ovviamente non è sempre così', per fortuna, ma il morbo dilaga lentamente, come un contagio, come una nuova ombra dello scorpione. Rinchiusi, diffidenti, scontenti, sempre alla ricerca di nuove cose da possedere per colmare dei vuoti sempre più ampi nelle nostre vite.
Che tristezza. Mai avrei pensato fosse meglio la Svizzera. Vado a mangiare un pezzo di cioccolato che ho comprato all'aeroporto.
Coninuiamo così, facciamoci del male...

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