venerdì 20 giugno 2008

Gli esami non finiscono mai

Siamo spesso sotto esame, nella vita. Siamo noi stessi che ci sentiamo sub judice per le mille scelte che dobbiamo compiere, per i sentieri che dobbiamo imboccare. Costantemente, dunque, abbiamo delle prove da superare. Ma l'ansia resta, l'ansia non riesci a dominarla, l'inquietudine che deriva dal fatto che non dipende solo da te, l'esito, ma da quelle variabili terribilmente soggettive che sono le persone di fronte a te. Eccoli, quindi, i mie studenti alle prese con i fatidici esami di stato, affrontarli con un carico di tensione che spesso maschera l'incertezza per il loro futuro. Compito della scuola a mio avviso è consegnarli alla vita con in mano e in testa le chiavi di lettura, le bussole per navigare in mare aperto, come meglio possibile, per non andare alla deriva, per non perdersi. Non ce la faremo mai a farli arrivare tutti in porto. Io ogni volta che termino gli esami di stato mi porto dietro questa malinconia: reincontrerò i loro sguardi, e li troverò mutati: a volte corrotti dal tempo, a volte tristi, più spesso fieri delle proprie esperienze. Gli esami di stato per me rappresentano allora un ulteriore esame che faccio a me stessa (fossi mai contenta di quello che faccio!!!!): da come i miei studenti reagiscono, affrontano la prova, cerco di decifrare ogni volta dalle loro reazioni quanto io sia stata in grado di metterli in condizione di reagire, di rispondere, di affrontare le difficoltà.
Devo aver letto da qualche parte che non è la vita a metterci in difficoltà, ma sono le nostre reazioni di fronte a ciò che ci accade che ci rendono la vita facile o difficile. Non esiste un fatto bello in sé o brutto in sé. Se vinco un milione di euro alla lotteria e poi impazzisco e combino casini perdendo coloro che mi sono accanto la vittoria alla lotteria è stato un bene o è stato un male? Le cose accadono. Siamo noi che dobbiamo intepretarle, prenderle per mano e superarle. La vita accade. Nel bene e nel male. Cosa è però bene o cosa sia male, a volte, sta a noi deciderlo. La vincita alla lotteria di cui sopra è bene o male? La morte di mia nonna, tra atroci sofferenze, è bene o male (per lei, per noi)?
Lo so, che ci posso fare, non a caso insegno filosofia e continuo a studiarla. Ogni tanto mi capitano i periodi di riflessione. Ovviamente, poi, con gli esami di stato ed i miei studenti che si interrogano sul loro futuro, certe considerazioni vengono in automatico...ça va sans dire! Leggo poi libri consoni al mio umore, e quindi, in questo periodo, oltre l'ultimo di Terzani (o, meglio, quello che il figlio ha raccolto), l'ultimo di Faletti (Pochi inutili nascondigli, se vi piace Stephen King amerete anche questi racconti, io li ho letti tutti di un fiato), l'ultimo di Camilleri su Montalbano (Il campo del vasaio, lettura da spiaggia), sto leggendo anche altra roba filosofica e molto pesante che non sto a dirvi. Insomma, capita così, in questo periodo. E ripartiamo con nuovi esami...

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