mercoledì 14 maggio 2008

Stanza della politica (2)



En passant. Genova 2001.
Nel frattempo, mentre mi trovavo in biblioteca a studiare qui ad Hogwarts, perché per ottenere un M.A.G.O. occorre studiare molto, in Italia si è votato. Anzi, mi sembra che proprio stamani in uno dei due rami del parlamento si stia discutendo sulla fiducia (scontata) al governo Berlusconi IV. Indipendentemente dal fatto che io l'abbia votato o meno (la seconda che ho scritto), c'è qualcosa che proprio non mi è andata giù. Ciò che non ho condiviso della recente campagna elettorale è stata l'interpretazione della parola "SICUREZZA". I nosti candidati se ne sono beati in ogni conferenza, in ogni dibattito. Bene, ci vuole, qui in Italia, un po' più di sicurezza, è vero. Abbiamo davvero troppe insicurezze che ci paralizzano e che non ci fanno essere molto ottimisti sul futuro. L'elenco è lungo: non c'è sicurezza del proprio posto di lavoro (si chiama precarietà, ma non ne ho sentito molto parlare in campagna elettorale); quando il lavoro ce l'hai, non c'è sicurezza sul posto di lavoro (morti bianche, le chiamano. Siamo a cifre impressionanti, e trovo assurdo che una persona esca di casa per andare a lavoare e non torni più dai suoi cari. Non ne ho sentito parlare in campagna elettorale, se non per effetti propagandistici); sicurezza sui propri investimenti economici (Cirio, Parmalat, dicono qualcosa? Perché altrove questi signori che hanno truffato i risparmiatori e quindi ingannato il mercato sarebbero in galera e qui no? Non ne ho sentito parlare per niente in campagna elettorale); sicurezza sulle pene comminate a chi commette un reato (indulti, scarcerazionio facili. Di questo ne hanno parlato. Ma solo per gli stranieri. Uno che delinque deve scontare la pena, indipendentemente da dove sia nato); sicurezza per le donne, che non è solo leggi antistupro (le donne, al mondo, muoiono soprattutto per violenza domestica, ricordiamolo), ma anche sicurezza per una maternità consapevole e responsabile, che comporta asili nido, congedi parentali, diritto al lavoro (qui nella mia zona esistono ancora le dimissioni firmate in bianco nel caso una donna decida di mettere al mondo un figlio).
Per questa gente, invece, sicurezza significa soltanto evitare sbarchi clandestini, mettere in galera i rumeni ed eliminare i campi Rom.
Ecco per loro cosa significa sicurezza. Grazie anche alla complicità dei media, se a delinquere è un non italiano, i telegiornali ed i giornali fanno da cassa di risonanza. Se 4 idioti uccidono a calci un ragazzo in una qualsiasi città d'Italia (Verona, nella fattispecie, ma poteva essere ovunque), si cercano le spiegazioni sociologiche. Se fossero stati non italiani come minimo, dopo regolare fiaccolata di protesta, si sarebbero sprecati i sondaggi pro o contro la pensa di morte. Non ne ho visto traccia, su nessuna rete, in nessun telegiornale. Il sonno della ragione genera mostri, e quello della memoria li alleva, aggiungo io. Lettura del post: più di una. I primi dodici articoli della Costituzione Italiana, tanto per cominciare, soprattuto laddove si parla di ugualianza dei cittadini di fronte alla legge, senza distinzioni di sesso, di razza, di credo religioso, di opinioni personali e politiche. Casomai se ne scordasse qualcuno.
Seconda lettura. Amartya Sen, Identità e violenza.
Sul tema dell'identità torneremo, comunque.
Welcome in Italy, people.

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