giovedì 7 agosto 2008

Stanza del lettore onnivoro

Solitamente d'estate mi dedico alla lettura. Specifico: amo leggere, e leggo spesso anche durante l'anno (del resto, vivo rintanata nella biblioteca di Hogwarts, un motivo ci sarà...). D'estate, però, leggo più assiduamente, e di solito quei libri ai quali voglio dedicare più tempo, o che sono più impegnativi o sostanziosi. Insomma, sto per affrontare Musil, L'uomo senza qualità. Uno di quei libri che non sono MAI riuscita a leggere (un altro è l'Ulisse di Joyce. Mi fermo dopo poche pagine. Devo avere qualche idiosincrasia per il flusso di coscienza, visto che neanche la Woolf è una delle mie autrici preferite...misteri del leggere. Prima o poi lancerò l'idea dei Libri che non siamo mai riusciti a leggere, una sorta di hit parade dell'insostenibile...). Insomma, riproviamo con Musil. Ho invece letto con piacere un romanzo dell'anno scorso, che ha avuto molto successo, L'Eleganza del Riccio, di Muriel Barbery (che è un'insegnante di filosofia) che ho trovato scorrevole; mentre mi sono imbattuta ne I Pilastri della Terra di Ken Follett che non mi ha detto proprio nulla. E dire che me lo avevano tanto decantato...Devo anche leggere l'ultimo libro di Alice Sebold, scrittrice americana di noir terribili e duri, con un linguaggio asciutto e tagliente più di un rasoio (La quasi luna). Dell'ultimo di Faletti vi ho già detto (dei racconti niente male, leggetelo se avete amato Stephen King), mi è anche piaciuto La solitudine dei numeri primi, di Giordano, mi sembra che abbia vinto il Premio Strega...Lettore onnivoro, appunto. Non disdegno nulla che abbia una copertina più o meno rigida, indipendentemente dal numero di pagine. Non mi interessa. Passo disinvoltamente dai saggi (in questo periodo sto leggendo vari approfondimenti di Claudio Magris, che adoro) ai romanzi ai noir alla fantasy (già, perché ogni tanto sento il bisogno di tornare di nuovo sulla strada verso Mordor...). Hogwarts, appunto, o la biblioteca di Babele, per citare il mio amato Borges. Quando finisco di leggere un bel libro provo sempre una fitta di dispiacere, perché quelle ore trascorse in sua compagnia mi hanno davvero trasportata altrove; e allora provo a centellinarlo, a leggere meno avidamente, ma poi l'interesse per ciò che sto leggendo mi trascina di nuovo, e ricomincio a divorare pagine. Già, perché quando leggo io sono davvero dentro quel libro, vivo davvero quella storia, quella situazione. La trama rimbalza nella mia testa, mi prefiguro situazioni e sviluppi che devo poi andare a controllare riprendendo il libro in mano non appena io abbia cinque minuti di tempo. Ancora due pagine, ancora quattro pagine...a volte ho letto per ore senza accorgermene, e solo la stanchezza visiva mi ha impedito di andare avanti.
All'ennesimo libro acquistato, Fabio, il mio compagno, mi guarda e mi dice: prima o poi dovrai scegliere, o esci tu di casa o escono i tuoi libri (casa nostra è piccola, non abbiamo molto posto...). Però sorride, e quindi continuo a non prenderla sul serio, come minaccia. Poi ogni tanto prende un libro e comincia a leggerlo. Sarà contagioso il virus della lettura? Non lo so. Anche a scuola mi capita di spacciare libri indecorosamente: se un mio studente mi chiede un libro da leggere non resisto, devo almeno prestargliene un paio, è più forte di me...Bene, è ora di cominciare: vediamo cosa succede al minimo barometrico che sull'Atlantico viaggia in direzione della Russia. Poi vi racconto. Di nuovo Musil, quindi.
Si accettano elenchi di libri mai letti nonché consigli e raccomandazioni, sono sempre pronta a raccoglierle quando si tratta di leggere (e solo ed esclusivamente in questo caso!!!)

9 commenti:

unaltrapythia(mogliediari) ha detto...

Come sai, quando si tratta di leggere libri raccomandati da tutti divento una vera peste, e l'ignoro di proposito... E' più forte di me, a maggior ragione d'estate. Però, ultimamente, mi sono imbattuta in "Mille splendidi soli" di Khaled Hosseini e l'ho amato senza riserve, immedesimandomi indecorosamente in quasi tutti i personaggi e addirittura nei luoghi, nelle atmosfere: alla fine, Khabul mi sembrava casa mia! Insomma, te lo consiglio, mentre m'immergo nella lettura de "La braci" di Marai, altro libro che viene molto decantato, ma da un'amica fidata, quindi provo, una volta tanto, a seguire il consiglio...

giancarlo ha detto...

Ecco invece un primo elenco di libri che possiedo, ma che non sono mai riuscito a leggere:
Le braci, di Marai
Il caso e la necessità, di Monod
Impero, di Toni Negri
Il castello, di kafka
L'uomo senza qualità, di Musil

Ho invece letto, pensa, in lingua originale, l'Ulisse e anche, sia pure con sforzo immane, Finnegan's Wake. Ma Joyce non è nelle mie corde, proprio no.
Mi piace l'idea della "stanza dei libri non letti", pensa ad esempio che con Musil non sono mai riuscito ad andare oltre le trenta pagine, questo nei momenti maggior foga letteraria. Mi chiedo se questo non faccia di me un cattivo lettore ... In realtà, quando sono di fronte a uno stile che mi è congeniale, vengono meno motivazioni di carattere scolastico, culturale, sociale e affermo con gioia dionisiaca il supremo piacere della chiusura di un libro...

giancarlo ha detto...

Ovviamente, nel post precdente, volevo dire "a uno stile che NON mi è congeniale"...

unaltrapythia(mogliediari) ha detto...

Leggendo il commento precedente, ho realizzato una grande verità: era meglio continuare a fare di testa mia! Mah, io ci provo ad andare avanti nella lettura, se poi "Le braci" si rivelerà una schifezza ve ne informerò e lo collocherò, a mia volta, nella "stanza dei libri perduti"... Felicemente perduti, magari...

Pythya ha detto...

Io lo metterei, un angolo dedicato alla Stanza dei libri mai letti...RIprovo, come ho detto per l'ennesima volta con Musil, poi vi aggiorno...Mille splendidi soli l'ho letto, molto bello e coinvolgente, meglio de Il cacciatore di aquiloni. Devo provare Le braci di Marai: aspetto conferme. Impero lo colloco anch'io nella stanza dei libri che non aprirò mai più, mentre Il castello me lo sono letto e riletto. Ma io adoro Kafka, tanto da volerlo leggere anche in tedesco. E quando amo un autore, lo accetto senza riserve. L'Ulisse in lingua originale mi sembra ancora più insormontabile...come un film che vidi tempo fa a Venezia con un'amica che non conosci...forse era il quinto film della giornata, forse eravamo troppo in fondo alla sala per leggere bene i sotttotitoli, ma il primao tempo di How Harry became a tree lo ricordo alquanto soporifero!Il secondo tempo non so, siamo andate via, quella volta.

unaltrapythia(mogliediari) ha detto...

E già, partiva l'ultimo imbarcadero, e dovevamo essere a Venezia entro la mezzanotte! Ma lo sai che, del secondo tempo di quel film, non mi ricordo una mazza?! Quanto alla "Stanza dei libri perduti", io metto Proust, sicuramente per mia mancanza di sensibilità: ma mi spiegate perché per intingere un biscotto occorrono pagine e pagine? Per me è sconcertante! Del resto, i flussi di coscienza non sonon congeniali neanche a me: qualcuno mi ha anche (benevolmente) rimproverata di non fare Bergson, in filosofia, ma io passo, felicemente passo...

Pythya ha detto...

Non sono la sola a non spiegare Bergson, evidentemente. (o Fichte...). Come ho sempre detto, con le mie amiche condivido i difetti, ed è per questo che ci vogliamo bene. Ci capiamo al volo quando si tratta di essere intolleranti (Proust l'ho letto, ma varie pagine per i boscottini o per l'odore dei biancospini pesano pure a me. Infatti le ho saltate) Ma perché l'avevamo visto il secondo tempo? Ma tu ricordi qualcosa del film?

unaltrapythia(mogliediari) ha detto...

Dalla mia memoria non riesco a pescare nulla dopo i primi dieci minuti di proiezione! Di quel giorno, ricordo il tour per sinagoghe (magnifico!) quando stavamo ancora in laguna, al ghetto, prima di partire, poi il vaporino, i panini al prosciutto, l'hotel Des Baignes, il megagelatone esoso, quattro o cinque bei film, l'atmosfera evocativa del festival ma, di quel film, il nulla assoluto... Ho resettato tutto!!!!!

unaltrapythia(mogliediari) ha detto...

Ho finito "Le braci"! Allora: è un libro scritto benissimo, con uno scavo introspettivo notevole, però... Avete presente quei film russi in cui succede un evento, sia pur minimo (gesto, pensiero, movimento), ogni ora? Ecco. Così. E poi: non c'è spazio per punti di vista altri rispetto a quelli del protagonista, insomma, un monologo...